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El Organizador Obrero Internacional


9° Aniversario del asesinato de Abu al Bara Siria
- 1 de noviembre de 2025

Intervención de Giovanni de Avanzada Proletaria de Italia

“...la huelga general política (...) quedará en la historia de la lucha de clases como un hito en el movimiento de solidaridad con la lucha del pueblo palestino y un jalón de la sincronización del combate de la clase obrera en los países imperialistas con la lucha del mundo semicolonial.”

Saludos a todos los camaradas en este homenaje a nuestros camaradas y al dirigente trotskista Abu al-Baraa.

El mejor homenaje que podemos rendirle desde Italia lo está llevando a cabo la clase obrera, protagonizando un hecho histórico. Retomando las banderas del internacionalismo proletario, los trabajadores italianos han realizado una huelga general en solidaridad con el pueblo palestino que está siendo masacrado desde hace 2 años.

Así el 3 de octubre de 2025, día en que se realizó la huelga general política, no económica, quedará en la historia de la lucha de clases como un hito en el movimiento de solidaridad con la lucha del pueblo palestino y un jalón de la sincronización del combate de la clase obrera en los países imperialistas con la lucha del mundo semicolonial. Y digo de los países imperialistas, porque no es solo Italia. También fue Grecia antes, luego el Estado Español, mientras huelgas generales sacuden Francia y Bélgica contra los gobiernos y regímenes imperialistas mientras se ondean las banderas palestinas.

Precisamente fue la lucha internacional de la clase obrera la que frenó al sionismo para que no pueda ir hasta el final en su genocidio, y es lo que le ata las manos al imperialismo norteamericano para que no pueda mandar a sus marines a invadir directamente.
Esto es justamente lo que todo el abanico de izquierda, desde el stalinismo hasta los renegados del trotskismo, impidieron que pase con Siria, la cual fue aislada, cercada y por eso fue aplastada. Y si en Palestina se sigue guardando silencio como lo vienen haciendo en los últimos días, se asentará el genocidio, el ultimátum de Trump y se profundizará la ofensiva contrarrevolucionaria del Gran Israel en toda la región.
Justamente este es el momento de redoblar la movilización y no de parar. Es el momento de que la clase obrera de los países imperialistas, que está en pie de lucha, termine de derrotar ese ultimátum de rendición de la resistencia palestina. Por eso peleamos por acciones que efectivamente lleguen a Palestina, interrumpiendo el cargo al sionismo, pero también, para que juntemos un jornal por obrero y la solidaridad llegue de forma efectiva. Se puede llegar.

Fueron los estibadores y la clase trabajadora, con el apoyo de las masas movilizadas en las cien plazas renombradas "Plaza Gaza”, quienes infundieron significado a una acción de protesta, de otro modo condenada al fracaso, como la de la Flotilla (patrocinada por los mismos gobiernos a los que nos enfrentamos en las calles y que pretenden sofocar la resistencia palestina), la vincularon a la huelga general y transformaron otro acto de piratería internacional por parte de la entidad sionista en la chispa que encendió la pradera y que, junto con las luchas internacionalistas del proletariado en los países imperialistas, obligó al imperialismo a intervenir con la cumbre de paz en el cementerio de Egipto y el supuesto «alto el fuego».

En preparación para la huelga general del 28 de noviembre, en el marco de las movilizaciones contra la farsa del «alto el fuego» (en el que una de las partes continúa masacrando impunemente a civiles indefensos), debemos consolidar la demanda de un jornal para obrero para apoyar materialmente la resistencia del pueblo palestino con suministros de alimentos, agua, medicinas, armas y municiones. Debemos contribuir eficazmente a la transición del proletariado palestino, de toda Palestina, hacia el armamento generalizado mediante la organización de comités de abastecimiento, reconstrucción, salud, autodefensa y de lucha armada contra el ocupante sionista, y el establecimiento de tribunales obreros y populares para juzgar y castigar a los colaboradores y a las bandas de provocadores armados por el sionismo.

Debemos luchar por la victoria de la resistencia palestina, no por una «paz» de cementerios. Y esto se logra mediante la revolución. Este es nuestro homenaje a Abu al-Baraa y a todos los socialistas que cayeron luchando bajo esa bandera: que la revolución que fue ensangrentada, masacrada, traicionada y finalmente expropiada en Siria, resurja y triunfe en Jerusalén, destruyendo el sionismo en una lucha sincronizada con la clase obrera de los países imperialistas.

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Italiano

Intervento di Giovanni di Avanzata Proletaria dell’Italia

“Lo sciopero generale politico (...) passerà alla storia della lotta di classe come una pietra miliare nel movimento di solidarietà con la lotta del popolo palestinese e un punto di svolta nella sincronizzazione della lotta della classe operaia nei paesi imperialisti con la lotta nel mondo semi-coloniale.”

 

Un saluto a tutti i compagni in questo omaggio ai nostri compagni e al dirigente trotskista Abu al-Baraa.

Il miglior omaggio che possiamo rendergli dall'Italia lo sta realizzando la classe operaia, essendo protagonista di un fatto storico. Riprendendo le bandiere dell'internazionalismo proletario, i lavoratori italiani hanno realizzato uno sciopero generale in solidarietà con il popolo palestinese, massacrato da due anni. Così, il 3 ottobre 2025, giorno dello sciopero generale politico, non economico, passerà alla storia della lotta di classe come una pietra miliare nel movimento di solidarietà con la lotta del popolo palestinese e un punto di svolta nella sincronizzazione della lotta della classe operaia nei paesi imperialisti con la lotta nel mondo semi-coloniale. E dico paesi imperialisti, perché non si tratta solo dell'Italia. Prima c'è stata la Grecia, poi lo Stato spagnolo, mentre scioperi generali scuotevano Francia e Belgio contro governi e regimi imperialisti mentre sventolavano bandiere palestinesi.

È stata proprio la lotta internazionale della classe operaia a impedire al sionismo di compiere il suo genocidio fino in fondo, ed è ciò che lega le mani all'imperialismo americano, impedendogli di inviare i suoi marines a invadere direttamente.

Questo è esattamente ciò che l'intero spettro della sinistra, dallo stalinismo ai rinnegati del trotskismo, ha impedito che accadesse con la Siria, isolata, circondata e quindi schiacciata. E se il silenzio continua in Palestina, come è successo negli ultimi giorni, il genocidio prenderà piede, l'ultimatum di Trump verrà attuato e l'offensiva controrivoluzionaria del Grande Israele si intensificherà in tutta la regione.
Questo è esattamente il momento di raddoppiare la mobilitazione, non di fermarsi. È tempo che la classe operaia dei paesi imperialisti, che si sta mobilitando, sconfigga finalmente questo ultimatum di resa della resistenza palestinese. Ecco perché lottiamo per azioni che raggiungano effettivamente la Palestina, interrompendo i rifornimenti al sionismo, ma anche, affinché raccogliamo un giornata di salario per operaio e la solidarietà arrivi effettivamente. Si può arrivare attraverso i sindacati palestinesi che sono in Cisgiordania.

Sono stati i lavoratori portuali e la classe operaia, con il sostegno delle masse popolari mobilitate nelle cento piazze “Gaza”, a riempire di significato un'azione testimoniale altrimenti destinata al fallimento come quella della Flotilla (sponsorizzata dagli stessi governi che affrontiamo nelle strade e che vogliono sottomettere la resistenza palestinese), collegandola invece allo sciopero generale e trasformando l'ennesima azione di pirateria internazionale dell'entità sionista nella scintilla che ha incendiato la prateria e, insieme alle lotte internazionaliste del proletariato nei Paesi imperialisti, ha costretto l'imperialismo ad intervenire con il vertice della pace dei cimiteri in Egitto e il cosiddetto “cessate il fuoco”.

In preparazione dello sciopero generale del 28 novembre, nelle mobilitazioni che continuano contro la farsa di un “cessate il fuoco” (in cui una delle due parti continua impunemente a massacrare civili inermi), dobbiamo costruire la rivendicazione di una giornata di salario per operaio per sostenere materialmente la resistenza del popolo palestinese con rifornimenti di cibo, acqua, medicinali, armi e munizioni, dando effettivamente il nostro contributo affinché il proletariato palestinese, di tutta la Palestina, possa passare all’armamento generalizzato tramite l'organizzazione di comitati di rifornimento, di ricostruzione, di salute, di autodifesa e di lotta armata contro l'occupante sionista, e l'istituzione di tribunali operai e popolari per giudicare e punire i collaborazionisti e le bande di provocatori armate dal sionismo.

Dobbiamo lottare per la vittoria della resistenza palestinese, non per una "pace" dei cimiteri. E questa si ottiene attraverso la rivoluzione. E questo è il nostro tributo ad Abu al-Baraa e a tutti i socialisti caduti combattendo sotto quella bandiera: che la rivoluzione che è stata massacrata insanguinata, tradita e da ultimo espropriata in Siria, si rialzi e trionfi a Gerusalemme, distruggendo il sionismo in una lotta sincronizzata con la classe operaia dei paesi imperialisti.